pompage cervicale - fisiomedandria

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POMPAGE CERVICALE

Il pompage è una tecnica manuale osteopatica applicata soprattutto a livello del rachide cervicale: agisce sia sulla componente muscolare che su quella articolare attraverso una decoaptazione delle articolazioni inter-apofisarie.

In cosa consiste?

La tecnica consiste in trazioni cervicali, molto graduali e progressive, che decoaptano le piccole articolazioni intervertebrali, distendono i legamenti, allungano i muscoli e producono un allargamento dei forami intervertebrali.

Esistono molti tipi di pompage, a seconda dell’area di applicazione e dei gruppi muscolari da trattare, ma generalmente la regola da rispettare è quella dei tre tempi:

La terza fase del pompage serve anche a detensionare la fascia di tessuto connettivo, il quale rappresenta il 70% del volume corporeo.

Quali sono i benefici?

Il pompage agisce sulla muscolatura, sulle retrazioni e accorciamenti tissutali e sulle articolazioni con effetto decoattante, al fine di ripristinare il trofismo cartilagineo e la mobilità stessa dell’articolazione. Ha inoltre un’azione calmante sulle infiammazioni acute, grazie al rilassamento di milioni di recettori nervosi in spasmo a causa della tensione tissutale.

Il paziente, alla fine del trattamento, avverte un piacevole rilassamento e una sensazione di leggerezza a livello del collo e della testa.

Il pompage cervicale può apportare beneficio anche al resto della schiena; in alcuni casi può eliminare il dolore e la limitazione del movimento anche nei pazienti con lombalgia o dorsalgia.

Quando è indicato?

Questa tecnica si utilizza principalmente nella regione cervicale per il trattamento di artrosi, retrazioni muscolari e connettivali, cervicobrachialgia, ernie, dolori articolari.

Quando può essere contro-indicato?

Tranne in casi di neoplasie, non esistono controindicazioni assolute essendo un tecnica molto dolce.

messa in tensione dolce e progressiva, la quale non deve superare la fisiologica elasticità dei tessuti per non risultare controproducente;
mantenimento della tensione per 20-30 secondi;
rilascio graduale e molto lento, che deve durare quanto la messa in tensione, al fine di migliorare la circolazione e il nutrimento della cartilagine.